Dice il saggio "sul fisco facciamo così"

Politica uno tecnica zero, a conferma che "i saggi" sono persone colte, appartenenti alla classe dirigente, che riprendono discorsi di senso comune diffusi in materia di tributi. Dove manca piuttosto un punto di riferimento sistematico, che travalichi l'aspetto consulenzial-avvocatesco-professionale, coordinando, integrando e riorganizzando quello che pensano le classi dirigenti. I saggi fanno discorsi sensati, ma con la frammentarietà tipica di chi normalmente si occupa di altre cose. Secondo una agenzia di stampa (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Raccomandano, tuttavia, "di riprendere quanto  prima" la discussione della Delega fiscale. "Il disegno di  legge delega - si legge nella Relazione - avrebbe consentito  di realizzare alcune azioni suggerite dalle istituzioni  internazionali e di migliorare il rapporto tra contribuente  e amministrazione fiscale. In particolare, avrebbe permesso  di realizzare per la prima volta in maniera sistematica un  calcolo ufficiale del cosiddetto 'tax gap' cioe' dei diversi  tributi non pagati a causa dell'evasione, strumento  indispensabile per rendere possibile l'utilizzo dei proventi  della lotta all'evasione per la riduzione delle aliquote  legali". Mi sembra sensato, ma la legge non è una bacchetta magica, anzi è come fare una legge secondo cui bisogna essere tutti più buoni: la collaborazione tra fisco e contribuente dipende da ragioni ambientali, collegate alla schizofrenia della "lotta all'evasione" (prevalentemente in televisione) dell'indisponibilità del credito tributario, del legalismo acefalo che blocca la valutazione della ricchezza non registrata dove le aziende non arrivano.

È comica poi la creazione per legge di una commissione sul calcolo del "tax gap", che davvero ci dà la misura di come la capacità di riflessione del paese sia arrivata alla frutta. Del tutto normale, quasi tautologica è la "necessita' di  operare scelte che vadano nella direzione di una maggiore  equita' nella distribuzione del carico fiscale". QUi a Roma citavamo le tre Grazie, "Grazia, Graziella e Grazie al ......" (ci volevano i saggi? Che avrebbero potuto anche fare un cenno alla sdrammatizzazione del clima di recriminazioni incrociate che circonda il tema.

Patetico anche raccomandare un nuovo Testo Unico  delle Imposte sul Reddito (Tuir), cosi' da ridurre la  confusione esistente sulle normative che si sono andate  affastellando negli anni" Qualcuno gli dovrebbe spiegare i costi transattivi di tutte le volte che si cambia una legge, e che il problema non è il testo unico sul regime della ricchezza registrata , ma la ricerca di quella non registrata, dove il problema non è dei cattivi evasori, ma di una  macchina  pubblica che non sa dove andare perchè non ci sono punti di riferimento sul tema. Poi i saggi si perdono nei dettagli affermando che qualunque attivita' di  verifica, in qualsiasi forma condotta, deve necessariamente  concludersi, a pena di nullita', con la redazione di un  processo verbale notificato al contribuente; la  conciliazione giudiziaria va estesa anche al secondo grado  di giudizio, al fine di alleggerire la pressione del  contenzioso fiscale sulla Corte di Cassazione; tutto vero però non sono delle priorità, mentre colgono esattamente questa "Per riportare alla normalita' il rapporto tra  fisco e contribuente e' inoltre necessario - aggiungono gli  esperti - ridurre drasticamente il contenzioso tributario"

E segnalano la proposta di aumentare fino a 50mila euro il  limite delle liti da avviare a mediazione

Bravi saggi, quando riflettiamo siamo tutti saggi...ma c'è bisogno di un aiuto... che non può certo venire da una accademia dove il libro più adottato (tesauro) neppure dedica una parola all'evasione fiscale!

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